L’ultimo giorno dell’anno è festa.
Tutti i popoli della terra festeggiano l’arrivo del nuovo anno avendo la speranza che sia migliore o uguale al passato.
Come ogni anno, la famiglia festeggia la notte di San Silvestro fuori casa ed a ogni capodanno, poco prima della mezzanotte, il cesto dei panni sporchi e il termosifone del bagno di casa si parlano.
Il cesto di vimini è il primo a prendere la parola alzando leggermente il coperchio:
“Ed anche questo anno di merda se ne sta andando per fortuna.”
Il termosifone allarga leggermente le sue feritoie:
<<Io sono talmente incazzato che sto scaldando tutto l’ambiente ed è grazie a me che tu te ne puoi stare qui tranquillo al calduccio.>>
“Sai quanto cazzo me ne frega di starmene al caldo. Io starei bene anche fuori sul balcone con la temperatura sotto lo zero. E poi non mi toccherebbe sentire le tue solite pallose lamentele di fine anno.”
<<Non è colpa mia se quest’anno mi tocca lavorare come un dannato perché l’inverno è più rigido che mai. Il padrone mi fa lavorare anche più di otto ore al giorno!>>
“Sei veramente un rincoglionito! Io lavoro tutto il giorno e tutti i giorni. Quegli zozzi dei padroni mi buttano dentro la roba sporca tutti i santi giorni e poi a volte ravanano dentro di me per riprendersi qualcosa ed io, in quei casi, vorrei potergli vomitare addosso!”
<<Ed io? Tu non hai idea dell’acqua putrida e puzzolente che gira dentro di me…>>
“Guarda che lo so benissimo che fai schifo e che sei più zozzo di me. Tra le feritoie ti fanno pure il nido i ragni!”
<<Non è vero. Sei proprio un collezionista di mutande sporche e puzzi pure! Sai bene che la famiglia non potrebbe fare a meno di me mentre te…>>
“Io sono utile quanto te brutto vecchio ferro ricolmo di acqua marcia! Senza di me la casa sarebbe sempre in disordine e poi tu lavori solo qualche mese l’anno mentre per il resto del tempo non fai una beata fava!”
<<Questo perché il mio lavoro è molto più importante del tuo! Tu non ti devi dimenticare che la famiglia può sostituirti in qualsiasi momento. Ti manca pure un piccolo pezzo del coperchio. Se arriverà una famiglia nuova o se decidono di cambiare l’arredamento tu sei fottuto!>>
“Sei solo un ferro vecchio che dovrebbe starsene zitto!” Nel mentre si odono i fuochi d’artificio della mezzanotte e il cesto continua: “Comunque volevo solo farti gli auguri di buon anno, stronzo!”
<<Anche a te, e so già che dal primo dell’anno il padrone soffrirà d’incontinenza quindi auguri!”
Dopo un attimo di silenzio il cesto riprende la parola: “Che dici? Facciamo gli auguri anche a lui?”
Il termo risponde: <<Direi di si. Se li merita…>>
“<<Auguri di buon anno>>” dicono entrambi con rispetto.
*Fanculo stronzi!* ribatte il cesso alzando la sua tavolozza.
Buon Anno Stronzo di Mattia Bellunato 26/12/2010 (Tutti i diritti riservati).
Tutti i popoli della terra festeggiano l’arrivo del nuovo anno avendo la speranza che sia migliore o uguale al passato.
Come ogni anno, la famiglia festeggia la notte di San Silvestro fuori casa ed a ogni capodanno, poco prima della mezzanotte, il cesto dei panni sporchi e il termosifone del bagno di casa si parlano.
Il cesto di vimini è il primo a prendere la parola alzando leggermente il coperchio:
“Ed anche questo anno di merda se ne sta andando per fortuna.”
Il termosifone allarga leggermente le sue feritoie:
<<Io sono talmente incazzato che sto scaldando tutto l’ambiente ed è grazie a me che tu te ne puoi stare qui tranquillo al calduccio.>>
“Sai quanto cazzo me ne frega di starmene al caldo. Io starei bene anche fuori sul balcone con la temperatura sotto lo zero. E poi non mi toccherebbe sentire le tue solite pallose lamentele di fine anno.”
<<Non è colpa mia se quest’anno mi tocca lavorare come un dannato perché l’inverno è più rigido che mai. Il padrone mi fa lavorare anche più di otto ore al giorno!>>
“Sei veramente un rincoglionito! Io lavoro tutto il giorno e tutti i giorni. Quegli zozzi dei padroni mi buttano dentro la roba sporca tutti i santi giorni e poi a volte ravanano dentro di me per riprendersi qualcosa ed io, in quei casi, vorrei potergli vomitare addosso!”
<<Ed io? Tu non hai idea dell’acqua putrida e puzzolente che gira dentro di me…>>
“Guarda che lo so benissimo che fai schifo e che sei più zozzo di me. Tra le feritoie ti fanno pure il nido i ragni!”
<<Non è vero. Sei proprio un collezionista di mutande sporche e puzzi pure! Sai bene che la famiglia non potrebbe fare a meno di me mentre te…>>
“Io sono utile quanto te brutto vecchio ferro ricolmo di acqua marcia! Senza di me la casa sarebbe sempre in disordine e poi tu lavori solo qualche mese l’anno mentre per il resto del tempo non fai una beata fava!”
<<Questo perché il mio lavoro è molto più importante del tuo! Tu non ti devi dimenticare che la famiglia può sostituirti in qualsiasi momento. Ti manca pure un piccolo pezzo del coperchio. Se arriverà una famiglia nuova o se decidono di cambiare l’arredamento tu sei fottuto!>>
“Sei solo un ferro vecchio che dovrebbe starsene zitto!” Nel mentre si odono i fuochi d’artificio della mezzanotte e il cesto continua: “Comunque volevo solo farti gli auguri di buon anno, stronzo!”
<<Anche a te, e so già che dal primo dell’anno il padrone soffrirà d’incontinenza quindi auguri!”
Dopo un attimo di silenzio il cesto riprende la parola: “Che dici? Facciamo gli auguri anche a lui?”
Il termo risponde: <<Direi di si. Se li merita…>>
“<<Auguri di buon anno>>” dicono entrambi con rispetto.
*Fanculo stronzi!* ribatte il cesso alzando la sua tavolozza.
Buon Anno Stronzo di Mattia Bellunato 26/12/2010 (Tutti i diritti riservati).

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