martedì 8 febbraio 2011

Il Foglio Bianco

Il freddo è la prima cosa che percepisco.
Sono per terra, supino e il pavimento è liscio.
Apro gli occhi e mi trovo all’aperto.
Mi alzo in piedi e vedo tutto bianco, tutto pulito e il cielo è viola.
Non capisco dove possa essere finito. Non ricordo.
Il viso mi si gela e per fortuna indosso un’imbottitura adeguata a questo freddo invernale.
Alzo di nuovo lo sguardo e sopra la mia testa, lassù in alto, il sole è una piccola sfera in mezzo ad un viola così chiaro che mi sembra essere innaturale.
Mi guardo intorno e sono solo.
Penso e ripenso ad una sola domanda: “Dove sono finito?”
Muovo i miei primi passi al di sopra di questo suolo liscio ma non scivoloso.
Cammino e mi sento leggero, troppo leggero.
Non ricordo di aver mai camminato così liberamente.
Con un sol movimento compio il triplo della distanza di un passo normale.
L’aria mi sembra leggera e pulita; che strana sensazione.
L’ambiente bianco intorno a me è vasto, è incredibilmente vasto.
Per fortuna, noto che non sono completamente circondato da un nulla bianco ma qualcosa c’è.
Da umano, decido di muovermi in quella direzione; verso quel qualcosa bianco che sembra avere la forma di un cubo.
Proseguo divertito dalla leggerezza della mia camminata e mi avvicino sempre di più al cubo che aumenta di dimensione ad ogni mio balzo.
Poi all’improvviso qualcosa si muove nel bianco ed io, allarmato, punto subito i piedi per fermarmi.
Mi acquatto ed osservo attentamente.
Una parte del pavimento di stacca, si libra in volo e il corpo sottile si dispiega senza pieghe verso di me: è un foglio.
Una sorta di foglio bianco grande tre volte la mia corporatura s’inarca verso di me come se mi osservasse dalla sua estremità superiore.
Sono paralizzato dal terrore. È assurdo.
Il foglio si libra nell’aria come se fosse un serpente e poi si irrigidisce completamente stendendosi in verticale.
Io non mi muovo.
Quindi il foglio riprende a muoversi ondulando nell’aria intorno a me come se cercasse di studiarmi.
Infastidito, mi muovo lentamente cercando di non mostrarmi aggressivo e faccio il primo passo. Lo osservo mentre continua a girarmi lentamente intorno.
Poi il mio sguardo si pone per un momento sul cubo gigante non molto lontano da me e poi riosservo il foglio cercando una sua reazione ma esso continua a studiarmi. Quindi alzo una mano in segno di saluto e la creatura si ferma davanti a me irrigidendosi.
 
“Salve”dico.
Alle mie parole, il foglio inarca la propria parte superiore verso di me e dai suoi angoli compaiono all’improvviso due raggi laser viola che si toccano sul pavimento davanti ai miei piedi ed in un secondo si forma un piccolo cubo bianco. Poi i laser svaniscono immediatamente.
Decido di rimanere immobile ma il foglio fa lo stesso.
Quindi avvicino lentamente la mia mano per poterlo toccare e lui resta immobile.
Al tocco, il mio guanto stacca immediatamente della sua superficie delle piccole scaglie bianche ed il foglio, così danneggiato, si ritrae. Mi spavento quando vedo una sorta di cicatrice trasparente sulla sua superficie.
Quindi il mio sguardo si posa sul cubetto vicino ai miei piedi. Con lentezza per timore di una brutta reazione, afferro quello che sembra essere un’offerta d’amicizia.
Quando tocco il piccolo cubo, il foglio poco lontano da me, s’inarca leggermente in avanti e poi s’irrigidisce di nuovo come se stesse aspettando.
Il cubetto sembra essere fatto di plastica, è leggero, liscio e completamente bianco in tutte le sue sei facce.
Mentre esamino il piccolo oggetto, il foglio bianco si pone rigido proprio davanti a me come un muro. Poi si muove su di un fianco come si comportasse una porta che si apre libera nell’aria.
Cammino in avanti con il cubo bianco in mano e il foglio ruota su se stesso facendomi di nuovo muro e ripetendo l'apertura specularmente per poi farmi passare. Come se fosse un’anta che si apre prima a destra e poi a sinistra il foglio mi sta guidando verso il cubo gigante in lontananza.
Il cubo gigante è una costruzione di piccoli cubetti identici al mio ed è grande quanto un palazzo.
Il cubo sembra essere incompleto nella parte posteriore ed ora il foglio incomincia a muoversi in maniera innaturale, poi crea un altro cubetto bianco e lo posiziona con i propri laser viola su di una parte incompleta della costruzione.
“Sei un muratore.” Mi viene da sorridere.
Il foglio continua il proprio lavoro e sembra essersi disinteressato a me.
Dopo un po’, mi guardo in giro e vedo che, oltre i grandi spazi aperti, ci sono altri cubi bianchi giganti in costruzione.
Dopo aver atteso diversi minuti visionando il ripetitivo lavoro del foglio cerco di allontanarmi ma questo fa allarmare il muratore. Il foglio mi raggiunge e mi blocca immediatamente la strada.
Quindi mi siedo ed aspetto che se ne vada per riprendere il proprio lavoro.
Quando il foglio ritorna dal cubo gigante io riprovo ad andarmene ma appena mi rialzo questi è di nuovo tra me e l’orizzonte. Mi risiedo.
Ci vorrà moltissimo tempo prima che il foglio possa ultimare la propria costruzione e mi assale un forte senso di frustrazione .
Il tempo passa e io desidero sempre più poter andare a vedere le altre costruzioni anche se fossero identiche a questa ma, ogni volta, vengo bloccato dal foglio irrigidito.
“Lasciami andare!” minaccio di toccarlo un’altra volta con un gesto della mano: “Sarò costretto qui per sempre?!”
Non ho il tempo di ferirlo che all’improvviso un foglio grigio scende dal cielo e s’irrigidisce sul pavimento di fronte al foglio bianco.
I due rimangono immobili per un momento e poi il foglio grigio si libra in volo ed assume una strana forma zigzagata che gli permette di passare tra il mattonato del cubo gigante in costruzione.
Entra e subito ne esce, per poi irrigidirsi di nuovo di fronte al foglio bianco rimasto immobile.
“Che stiano comunicando?” mi chiedo e mi avvicino a loro ma così facendo commetto un errore.
Il foglio grigio si volta di scatto verso di me e poi di nuovo verso il foglio bianco che rimane immobile ai miei occhi.
Il foglio grigio riscatta altre due volte e alla fine mi colpisce ad una velocità straordinaria: mi avvolge e mi porta in volo verso l’alto. Mi immobilizza come se fossi un involtino e voliamo via, lontano.
Solo la mia testa e i miei piedi sono liberi di muoversi.
Dall’alto vedo un’infinità di cubi sulla vasta distesa completamente bianca e noto due orizzonti di color viola scuro che delimitano il paesaggio.
Gli orizzonti sono opposti e paralleli mentre nelle altre due direzioni perpendicolari, il mondo sembra salire verso il cielo come se fosse un immenso foglio di carta arrotolato.
Ora mi sento avvolto in tutti i sensi.
Vengo rilasciato al suolo dal foglio grigio in una specie di città di cubi bianchi giganti dove alcuni fogli sono in continuo movimento ordinato, ma in apparenza incomprensibile ai miei occhi.
Resto fermo in questo spiazzo tra tre immensi cubi bianchi e all’improvviso compare da una piccola fessura del suolo un foglio nero.
Altri fogli grigi arrivano da tutte le direzioni. Tutti si dispongo intorno a me, irrigiditi.
Aspetto, ma non accade nulla per molto tempo quando ecco che mi si affianca un foglio bianco che cade dal cielo perché rilasciato da un altro foglio grigio.
Lui s’irrigidisce immediatamente di fronte al foglio nero ma non accade nulla.
“E lui” sorrido quando riconosco la cicatrice trasparente sulla sua superficie.
Dopo molto tempo, al primo movimento del mio foglio bianco, tutti gli altri fogli intorno a me se ne vanno e rimaniamo soli.
Come in passato, il foglio muratore mi guida per la città con il suo sistema ad ante.
A un primo esame, qui tutto sembra uguale: la dimensione dei cubi giganti e i fogli che si muovono ordinati per ogni zona. Alcuni fogli costruiscono con i laser, alcuni trasportano i piccoli cubi o altri fogli, mentre altri sono attaccati al pavimento ed ondeggiano su loro stessi come se fossero delle bandiere.
Mi fermo un attimo perché noto che il mio foglio non è più bianco perla come gli altri lavoratori ma è diventato molto più opaco dall’ultima volta.
Inizio a studiarli ma non capisco.
Forse i giorni stanno passando, ma io non posso affermarlo dato che in questo posto sembra non esistere la notte e qui il termine tempo non sembra neppure possa essere preso in considerazione. Io comunque lo percepisco a causa del freddo che lentamente sta esaurendo tutte le mie energie rendendo il mio corpo sempre più fragile ed affamato sia di cibo e sia di conoscenza.
 
Prima di fermarmi io voglio esprimere a voi tutto ciò che so su questi fogli bianchi che incomincio a sospettare che neppure possa esistere.
 
La mia prima scoperta sul foglio bianco risale al loro sistema di comunicazione.
Quando la cicatrice trasparente sparì dal foglio muratori, riuscì a toccarlo nuovamente, ma questa
volta a mani nude e capii. Toccai con delicatezza la superficie liscia e non provocai danni ma il
piano plastico era a tratti caldo nella zona inferiore.
I fogli possono comunicare scaldando alcune zone specifiche della loro superficie e definiscono le loro sensazioni positive con un calore emanato dalla loro parte superiore mentre le sensazioni d’infelicità vengono trasmesse dalla parte inferiore.
La loro percezione non si può definire tattile come la mia ma dovrebbe basarsi su di un sistema ottico grazie alla percezione dei raggi infrarossi che il calore può emanare.
 
La mia seconda scoperta permette di comprendere il loro tessuto sociale basato sui livelli di.coscienza.
Al livello più basso della società troviamo i fogli bianchi che vengono creati dai tre immensi cubi principali della città con un solo scopo e potere: costruire cubi.
Questo tipo di foglio è il più diffuso in assoluto e lavora sempre e costantemente senza fermarsi.
Si riconoscono per la loro colorazione puramente bianca e dal loro continuo malumore dato dal loro basso livello di coscienza.
 
Il secondo livello di coscienza è la consapevolezza di sé che contraddistingue il foglio bianco impuro che viene addestrato per lo svolgimento di compiti specifici come, ad esempio, la direzione dei lavori dei fogli puri.
Solo i fogli bianchi che abbiano accesso al dialogo con altri fogli che siano grigi o impuri possono diventare impuri come nel caso del foglio muratore. Anche questa categoria presenta perlopiù un costante malumore.
 
Il terzo livello di coscienza è la consapevolezza del mondo ovvero i fogli grigi. Loro sono gli unici a conoscere le direzioni e le zone oltre la città e possono volare a grande velocità e distanza.
I fogli grigi sono i trasportatori ed io ho potuto constatare che il loro umore è spesso pessimo.
 
Il quarto livello di coscienza è la conoscenza gerarchica della società che comprende pochi fogli grigio scuro.
I fogli grigio scuro mi hanno circondato la prima volta che sono stato portato in città.
Io sono certo che sono loro i pochi a sapere quale sia il funzionamento ed il perché esistano i cubi in costruzione. Inoltre si possono trasmettere informazioni tramite il suolo anche da lunghe distanze e sono costantemente nascosti dentro i tre immensi cubi centrali. Li ho potuti vedere raramente da vicino.
 
L’ultimo livello di coscienza che io abbia mai potuto comprendere prima della mia scomparsa è la conoscenza del foglio nero. Io non ho la certezza che possa esistere uno solo individuo di questa categoria, ma io l’ho potuto vedere il giorno del mio arrivo qui. A lui spettano le decisioni ed è lui il responsabile di tutto questo mondo ed ho molti sospetti che mi portano a pensare che il suo umore sia perlopiù positivo.


 Il Foglio Bianco di Mattia Bellunato  22/12/2010 (Tutti i diritti riservati).

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